Nell’era dei pagamenti digitali, sempre più diversificati, sicuri e veloci, parlare di assegni può forse sembrare obsoleto. Nonostante si tratti di un metodo senza dubbio in declino rispetto al passato nell’ambito dei trasferimenti di denaro, è una forma di pagamento ancora utilizzata e in certi casi persino preferibile ad altre soluzioni.
Saper compilare in maniera corretta un assegno è un’abilità da non sottovalutare. Errori possono causare complicazioni bancarie e pagamenti ritardati o rifiutati. Come per qualsiasi altro passaggio di denaro, è fondamentale essere precisi e controllare di aver immesso tutti i dati necessari negli spazi adeguati.
Che ti serva imparare a compilare un assegno per motivi di lavoro o personali, o che tu voglia semplicemente non farti sorprendere dall’eventualità di doverlo fare in futuro, la nostra guida Remitly ti spiega passo per passo come preparare un assegno evitando errori e assicurandoti di farlo in tutta sicurezza.
Assegni: davvero si usano ancora?
La risposta a questa domanda potrebbe stupirti ma sì, gli assegni si usano ancora. Pur avendo perso popolarità rispetto a qualche decennio fa, quando eliminavano la necessità di andare di persona a uno sportello bancario per effettuare un bonifico, restano la scelta migliore in determinate situazioni.
In Italia, gli assegni sono di norma preferibili quando il trasferimento di denaro coinvolge cifre consistenti, come nel caso dell’acquisto di un immobile. Durante la compravendita di un’abitazione, il pagamento al momento del rogito avviene solo tramite assegno circolare intestato al venditore. Se hai intenzione di comprare casa, quindi, saper compilare senza errori un assegno diventa fondamentale.
Differenza tra assegno circolare e assegno bancario
Esistono diversi tipi di assegni e la distinzione più importante è quella tra assegni circolari e assegni bancari. Un assegno circolare è una forma di pagamento garantito: una banca dà garanzia di pagamento al beneficiario dell’assegno. È una tipologia di assegno non trasferibile e la parte che lo emette ha l’obbligo di pagarlo “a vista”, cioè al momento della ricezione. Oltre che da una banca, può essere emesso da un ufficio di Poste Italiane.
Un assegno bancario, al contrario, può essere scoperto se chi lo emette, ovvero il titolare di un conto corrente, non ha fondi sufficienti per coprirlo. Si tratta quindi di un tipo di assegno che offre meno sicurezza rispetto a quello circolare e che ha anche tempi di incasso più lunghi.
Assegni o pagamenti digitali: pro e contro
Nel 2024 i pagamenti digitali hanno superato i pagamenti in contanti in Italia. Gli scambi di denaro senza l’uso di contante o assegni fisici sono la nuova norma. Capire il perché è facile: sono metodi prima di tutto veloci, che consentono di effettuare trasferimenti di denaro ovunque tramite smartphone o altri dispositivi elettronici. Fanno risparmiare tempo e permettono di tracciare le uscite in tempo reale.
Lo svantaggio principale dei pagamenti digitali riguarda il rischio di truffe e frodi. Sistemi di trasferimento di denaro elettronici sono potenzialmente bersaglio di hacker interessati a rubare credenziali e altre informazioni sensibili.
Gli assegni hanno un grande punto a loro favore, e cioè la loro adeguatezza al pagamento di acquisti importanti, che coinvolgono cifre notevoli. In particolar modo, con quelli circolari si riduce il rischio di mancato pagamento visto che i fondi sono garantiti. Allo stesso tempo, emettere un assegno comporta il pagamento di una commissione, la ricezione effettiva del denaro è più lenta e si tratta innegabilmente di un metodo ormai sempre meno diffuso e quindi anche meno accettato.
Anatomia di un assegno: tutti gli elementi che lo compongono
Per sapere come riempire correttamente un assegno, è essenziale conoscere le parti da cui è formato. Ogni libretto di assegni contiene un dato numero di assegni pre-stampati su carta che seguono un modello standard. Eccone le componenti:
- Riga del luogo e della data.
- Casella importo: qui va scritto il valore dell’assegno in cifre.
- Riga importo: lo spazio in cui scrivere l’importo in lettere.
- Beneficiario: la persona o organizzazione che riceve l’assegno.
- Sottoscrizione dell’emittente: chi autorizza il pagamento deve apporre qui la sua firma.
Alcuni elementi di un assegno sono pre-compilati e includono la denominazione della banca, il numero progressivo dell’assegno e una sequenza di caratteri magnetici (MICR) che permettono la lettura dell’assegno.
Spiegazione guidata su come scrivere un assegno
Devi compilare un assegno e non sai da che parte iniziare? Di seguito ti mostriamo passo per passo come fare per emettere un assegno senza errori e in sicurezza.
Fase 1: scrivere il luogo e la data
Il luogo e la data di emissione dell’assegno si mettono sulla stessa riga. La data è importantissima perché definisce il periodo entro cui è possibile incassare l’assegno e va riportata nel formato giorno/mese/anno in numeri.
Fase 2: inserire l’importo in cifre
Lo spazio per questo dato è solitamente collocato in alto alla fine della prima riga. L’importo in cifre deve comprendere due decimali anche se sono pari a zero. È buona pratica avvicinare le cifre al bordo sinistro del documento, per evitare che qualcuno possa aggiungere dei numeri.
Fase 3: inserire l’importo in lettere
L’importo già specificato in alto ai fini della chiarezza va ripetuto in lettere al centro. Tra il numero intero e i decimali va messa una barra: 1.250,00, ad esempio, si scriverà ‘Milleduecentocinquanta/00’.
Fase 4: indicare il beneficiario
Nome e cognome o ragione sociale del destinatario dell’assegno vanno inseriti nella riga apposita. Un assegno non trasferibile consente solo al beneficiario di incassare la cifra indicata.
Fase 5: controllare di aver compilato tutto nel modo corretto
Prima di procedere ai due passaggi finali, è sempre una buona idea rivedere tutte le parti compilate per assicurarsi di aver inserito i dati giusti e di non aver dimenticato nessuno dei campi.
Fase 6: firmare l’assegno
Un assegno senza la firma di chi lo emette è privo di validità. Una volta che l’assegno è stato compilato adeguatamente bisogna apporre in basso la propria firma, che deve corrispondere a quella depositata in banca.
Fase 7: compilare la matrice del libretto degli assegni
Non è un’operazione obbligatoria ma è utile per tenere un registro degli assegni emessi. La matrice è un talloncino che resta nel libretto, contenente il numero dell’assegno e su cui vanno annotati importo, data e beneficiario ogni volta che si stacca un assegno.
Errori nella compilazione degli assegni: come evitarli
Soprattutto se ci si trova a scrivere un assegno per la prima volta, è normale fare degli sbagli. Il primo punto a cui prestare attenzione è la presenza di correzioni o imprecisioni: tutti i dati vanno scritti con chiarezza, perché anche una semplice sbavatura o la traccia di qualcosa che è stato cancellato potrebbero portare all’annullamento dell’assegno. In genere si consiglia di utilizzare una penna a inchiostro indelebile, preferibilmente nera.
Si passa poi alla mancata corrispondenza tra l’importo in cifre e quello in lettere. Anche se per legge qualora ci fosse un’incongruenza prevale l’ammontare scritto in lettere, una discordanza può causare pagamenti ritardati o persino il rifiuto dell’assegno.
Tra gli sbagli più comuni c’è anche quello relativo alla data. Va sempre inserito il giorno in cui si emette l’assegno, perché la postdatazione, ovvero l’inserimento di una data futura, è vietata dalle norme italiane e, pur non rendendo necessariamente nullo l’assegno, costituisce un illecito amministrativo.
Altra questione da non sottovalutare è la chiarezza con cui si immette il nome del beneficiario o la sua ragione sociale. Vanno evitate abbreviazioni o calligrafia illeggibile, perché ciò potrebbe causare problemi di lettura da parte della banca e bloccare di fatto l’incasso dell’assegno. L’accuratezza in questo senso minimizza anche il rischio di uso improprio del titolo di credito.
Infine, è importante ricordare sempre di firmare l’assegno: senza la firma di chi lo emette, l’assegno è nullo. Bisogna assicurarsi che la firma corrisponda a quella in possesso della banca e anche che non esca dai limiti della riga apposita o si sovrapponga ad altri campi.
Quanto tempo ho per incassare un assegno?
Per una panoramica estesa e dettagliata sulle tempistiche di incasso di un assegno, puoi leggere il nostro articolo sul blog Remitly, ma qui di seguito trovi un riassunto delle informazioni chiave.
Tempi di accredito di un assegno
Il tempo di accredito, ovvero il periodo che passa tra l’addebito di un assegno e la data di accredito sul conto corrente del destinatario, è di 3 giorni lavorativi per gli assegni bancari e di 1 giorno lavorativo per gli assegni circolari. Se l’assegno viene emesso e incassato nella stessa banca o filiale, questi tempi possono anche accorciarsi.
Tempi di incasso di un assegno
Il tempo massimo per mettere a disposizione gli importi di un assegno è stabilito dalle banche a 5 giorni lavorativi per l’assegno bancario e 4 giorni per quello circolare. Per essere incassato l’assegno bancario va presentato:
- entro 8 giorni, se è pagabile “su piazza”, quando il comune di emissione è lo stesso di quello di pagamento;
- entro 15 giorni se “fuori piazza”, ossia in un comune differente da quello di emissione;
- entro 30 giorni se l’assegno è stato emesso all’estero e viene incassato in Italia.
Oltre questi termini, l’assegno bancario è ancora incassabile ma il traente, chi lo emette, ha la facoltà di revocarlo.
Al contrario, l’assegno circolare non ha una scadenza precisa, ma per ragioni di natura pratica va incassato entro 3 anni dalla sua emissione. Dopo questo intervallo, la banca può infatti rifiutare il pagamento.
Accuratezza: il segreto della corretta compilazione di un assegno
Assicurati di usare il corretto tipo di assegno per le tue esigenze, compilalo con precisione, controlla di non aver commesso errori prima di consegnarlo al beneficiario e tieni traccia degli assegni che emetti nella matrice.
Ricorda che puoi sempre consultare la nostra guida passo per passo per qualsiasi dubbio, o contattare la tua banca per ricevere il supporto che ti serve. Possono esserci infatti delle lievi differenze in materia di assegni tra i vari istituti di credito ed è una buona idea avere informazioni dirette dalla banca in cui sei correntista.
Domande frequenti
Posso annullare un assegno una volta emesso?
Se vuoi annullare un assegno e il beneficiario è d’accordo, ti basta strapparlo o apporre la scritta “annullato” sull’assegno stesso. Se invece vuoi bloccarlo, ad esempio per motivi legali o perché hai fatto un errore, puoi richiedere questa operazione contattando la banca e fornendo la documentazione necessaria. Tieni presente che i tempi per il completamento dell’operazione variano e dovrai pagare dei costi di annullamento.
Cosa devo fare in caso di smarrimento del libretto degli assegni?
Per evitare che il tuo libretto degli assegni andato perso venga usato impropriamente, devi richiederne il blocco contattando la filiale di riferimento. Spesso le banche hanno delle linee telefoniche apposite per questo genere di problemi. Come seconda opzione, puoi denunciare lo smarrimento alle forze dell’ordine.
Quando posso richiedere un libretto di assegni e quanto costa?
Puoi richiedere un carnet di assegni al tuo istituto di credito al momento dell’apertura del conto corrente o in qualsiasi momento successivo. Di norma il libretto verrà inviato a un indirizzo di tua scelta. Il costo varia a seconda della banca e va dai 4 ai 10 euro per carnet. Ricorda che ad ogni assegno emesso si applicano poi altre commissioni ed eventuali imposte di bollo.
Che differenza c’è tra assegno trasferibile e non trasferibile?
Una persona in possesso di un assegno trasferibile può girarlo a un altro soggetto, apponendo per l’appunto una dicitura chiamata girata sul titolo di credito. Al contrario, un assegno non trasferibile può essere incassato esclusivamente dal beneficiario il cui nome o ragione sociale appare sull’assegno stesso.